Anno 2 Numero 19 di Sabato 10 Maggio 2003

Le primizie dei piccoli e grandi editori: “Meditazionismo Letterario”

di E. Barbieri

La poesia è accogliente, è un luogo che uno, a pensarci bene e senza troppo metter di riflessione, potrebbe costruirci un capanno o una montagna di fascine a modo di tettoia sotto cui ripararsi.
La poesia è una madre che si offre tenera a tutti ma, badate, è una madre feroce che con il tempo divora i suoi figli e fa pagare la loro impudicizia. Vedremo quale sorte accompagnerà il virgulto Riccardo Maria Gradassi da Montefalco, provincia di Perugia.
Il giovane poeta ha scritto questo libro sfruttando ampiamente un proprio “metodo” poetico che sembra riassumere l’esperienza stessa della lirica: trattasi di uno schakeramento tra ragione ed istinto (i due motori che muovono il dettato lirico) che conducono nei pressi di uno stato meditativo che, però, fallisce ogni tentativo di scardinare il reale e schianta contro il “mistero”.
Incuriositi da questo “progetto” leggiamo i risultati sulla carta: a volte irrisolti, incerti, a tratti suggestivi (specie quando la parola si fonde con la natura facendosi selva dentro selva frondosa di concetti: “L’animale naturale che vive / sotto le stelle: la legge dell’istinto / domina: la natura non ha pietà”).
Stravagante questo autore che sembra non aver passato il fronte della coppia di centravanti del primo Novecento Pascoli – D’Annunzio e che trova la sua misura ideale nel cammeo, nel lieve arabesco di parole. La poesia sceglierà come un clamoroso Giudizio Universale chi starà tra i giusti e chi tra i peccatori.